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Ugento mare

Ugento e il suo mare tra storia, mito e natura

Ugento e il suo mare sono un binomio che molti turisti e vacanzieri hanno imparato a conoscere e apprezzare in questi anni e che da poco ha ricevuto anche il più prestigioso e ambito riconoscimento per le località costiere, ovvero le Bandiere Blu. Sì, perché il centro salentino non è solo una città dal cuore antico, culla della civiltà messapica, ricca di bellezze architettoniche e artistiche come la splendida Cattedrale, ma è anche città di mare capace di offrire imperdibili meraviglie paesaggistiche. In questo senso, Ugento somiglia ad una fascinosa creatura che ama agghindarsi di preziosi gioielli per rifulgere di maggiore bellezza, trovando nello sbocco sul mare, attraverso le sue marine, le perle di una collana di meraviglie che incantano il visitatore.

Ugento e il suo mare si diceva in apertura e, in effetti, il legame con il mare si può rintracciare fin nel nome della cittadina salentina, legato alla sua posizione che abbraccia un lembo di Mar Ionio, un tempo chiamato Ausonium (da cui Ausentum), un nome che la cittadina porta con fierezza e che le calza alla perfezione.

Le custodi del mare ugentino e della sua costa, che si estende per otto chilometri sul mar Ionio, sono le sue marine rappresentate dai pittoreschi borghi di Torre San Giovanni, di Torre Mozza, di Lido Marini e di località Fontanelle. Ognuno di questi centri ha una sua precisa identità e un suo definito profilo anche se sono tutti accomunati da una costa sabbiosa, che ricorda molto le spiagge caraibiche, sinuosamente disegnata da un cordone dunale inghirlandato dalla caratteristica vegetazione, che sa donare l’inatteso candore del fiordaliso delle spiagge (Centaurea sphaerocephala) raramente presente lungo altre spiagge sabbiose pugliesi.

Alla caratteristica macchia del luogo, la più estesa dell’intera provincia, si alternano il tipico paesaggio rurale salentino e una delle più rare e vecchie pinete costiere del Salento, la Pineta Rottacapozza, (habitat comunitario) caratterizzata quasi esclusivamente dal pino d’Aleppo (Pinus halepensis), che pare sia stato impiantato nei primi anni del 1700 da alcuni frati di Gallipoli. La ricchezze naturalistica della zona è stata sancita dall’istituzione con Legge Regionale n. 13 del 28 maggio 2007 del Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento.

Ma quando si parla di Ugento e il suo mare non si può fare a meno di parlare delle acque che fronteggiano questo tratto di costa, queste acque, limpide e cristalline, si mantengono basse sul fondale per parecchi metri davanti alla costa, quasi a volere dare confidenza al bagnante rassicurandolo. L’esperienza di balneazione qui è unica e riconcilia mente e corpo. Ampia la scelta lungo il litorale sia di spiaggia libera che di lidi attrezzati, alcuni dei quali moto rinomati per la loro offerta di svago e servizi, che consentono di trascorrere intere giornate di sole, mare e relax con tutti i comfort, senza mai allontanarsi dalla spiaggia.

Come accennato in apertura, agli incanti naturalistici e paesaggistici Ugento e il suo mare sanno aggiungere anche il fascino del mito e della storia poiché a lambire la costa ugentina è quello Ionio, specchio marino solcato dalle vicende dei secoli e dalle leggende antiche, che gli hanno regalato una toponomastica piena di echi. Mentre alcune fonti attribuivano l’origine del nome all’eroe Ionio, figlio di Durazzo, nipote a sua volta di Epidamno, una tradizione più consolidata, che si fa risalire ad Erodoto, collega la denominazione del mare al mito di Io, figlia di Inaco, trasformata da Zeus, innamoratosi di lei, in giovenca per metterla al riparo dalla gelosia di Era. Il sotterfugio però non ingannò la dea, che mandò dei tafani per tormentarla. La fanciulla, per sfuggire al supplizio, attraversò mari e terre, giungendo sulle rive del mare che da lei prese il nome.

Un mare antico dall’incanto sempiterno che si offre, oggi come ieri, accogliente e ospitale nei confronti di chi qui voglia soggiornare e viverne appieno tutte le malie.