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Baia d'Oro Residence Torre Mozza

Parco naturale regionale litorale di Ugento

Parco regionale Litorale di Ugento: un’oasi naturale tutta da scoprire

Immersa all’interno del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”, Torre Mozza aggiunge alle seduzioni proprie delle città costiere, la possibilità di esplorare una delle zone più interessanti e preziose della Penisola Salentina, per valore naturalistico, storico e paesaggistico.

Il Parco si estende per circa 1600 ettari ed è caratterizzato da una elevata varietà di ambienti naturali, capaci di garantire un’esperienza di immersione nelle bellezze della natura unica e irripetibile.

Percorrendo i due percorsi escursionistici che attraversano le tre aree del parco, subito la vista viene sollecitata dalle inesauribili variazioni coloristiche delle specie vegetali, l’olfatto catturato dai sentori del rosmarino e del timo selvatico, l’orecchio sorpreso dai versi di una fauna inattesa. Procedendo dal mare verso l’interno, si passano in rassegna una serie di paesaggi e ambienti naturali, osservando, nell’ordine, la vegetazione dei litorali sabbiosi e rocciosi, quella tipica degli ambienti retrodunali umidi, quella palustre e l’immancabile la macchia mediterranea. Il litorale, caratterizzato da sabbia fine e bianca, è modellato da dune plasmate dal vento dove è stata di recente segnalata una specie nuova per la flora italiana, il fiordaliso di Creta, molto rara e finora rinvenuta lungo le coste sabbiose dell’Africa nord – orientale e dell’Asia Minore, con un’unica presenza europea nell’isola di Creta.

A ridosso del bianco delle dune, si spinge il verde brillante di ampie formazioni di pineta, che offrono la loro generosa ombra contro l’inclemente sole meridiano. Da notare, che in questo tratto di costa, si incontra una delle più antiche pinete costiere del Salento, la Pineta Rottacapozza, un bosco di pino d’Aleppo impiantato nei primi anni del 1700 da alcuni frati di Gallipoli, che oggi ha raggiunto un elevato grado di spontaneità e un’elevata naturalità. Procedendo verso l’interno, la tavolozza cromatica si arricchisce delle sfumature offerte dalle numerose orchidee, che fioriscono tra questi prati.

Il parco si caratterizza per la presenza di diversi bacini salati. Risultato di un progetto di bonifica, attuato a partire dagli anni ’30, per allontanare la zanzara portatrice di malaria, i bacini Suddenna, Bianca, Ulmo, Rottacapozza Nord e Sud e Spunderati Nord e Sud traggono il proprio nome dall’antica geografia delle paludi ugentine e rappresentano oggi la più importante ed estesa zona umida del versante ionico del Salento. I bacini, tutti collegati tra loro, hanno lo sbocco al mare in corrispondenza delle marine di Torre San Giovanni, di Torre Mozza e di Punta Macolone a Lido Marini. Le acque salmastre dei bacini ospitano una vegetazione tipicamente lagunare, costituita da carici e giunchi, ma anche da specie molto rare come, per esempio, la campanella palustre. Particolarmente interessante l’avifauna che si può osservare in questi ambienti naturali. L’area rappresenta, infatti, un’eccezionale area di sosta per gli uccelli durante le migrazioni. Nel corso dei vari periodi dell’anno e nei differenti habitat che compongono l’ecomosaico dei bacini di Ugento è possibile osservare numerose specie, quali, ad esempio, il cormorano, il raro marangone dal ciuffo, l’airone rosso e l’airone bianco maggiore, l’usignolo di fiume, il raro mignattaio, il cigno reale, il falco di palude, il rarissimo, in quest’area, pellicano e l’altrettanto rara avocetta, e, inoltre, varie specie di trampolieri, di anatidi.

L’area dei bacini è delimitata dalle serre di Ugento, in prossimità delle quali si apre uno dei paesaggi più insoliti per la penisola salentina, rappresentato dalle cosiddette gravinelle: cinque canaloni carsici tra loro paralleli e perpendicolari alla linea costiera, scavati in maniera quasi verticale dall’azione delle acque piovane, che conservano una vegetazione di lecci di considerevoli dimensioni, relitto delle antiche foreste di lecci che popolavano la zona. L’azione di convogliamento delle acque piovane fino a valle, svolto da questi canali, ha permesso anche lo sviluppo di diversi tipi di piante come l’Ombelico di Venere ed alcune felci rupestri, come la Cedracca.

Dalle dune ai bacini salmastri, passando per le pinete e le gravinelle, il paesaggio del parco naturale regionale Litorale di Ugento, che attraversa Torre Mozza, appare come un unicum per ricchezza e varietà di specie e ambienti, un prezioso scrigno da preservare e tutto da vivere.